Piazza Grande lancia una campagna per ripulire la grande area che ospita le ex Officine Reggiane. Nell’editoriale scritto da Liviana Iotti e pubblicato sul numero di marzo, la direttrice del giornale di strada si rivolge ai reggiani e in particolare alle associazioni di volontariato per pulire l’area e ridare dignità allo spazio che ha ospitato l’esperienza industriale forse più significativa nella storia del nostro territorio.
“Oggi sono in tanti a vedere quest’area – scrive Iotti – soltanto come una ferita inferta dalla crisi nel tessuto sociale e urbanistico reggiano. Quei capannoni abbandonati all’incuria e abitati dai più poveri, da coloro che non possono permettersi un alloggio, anche il più spartano, sono considerati da molti reggiani luogo della vergogna e della paura. Chi vi trova rifugio per povertà e disperazione viene purtroppo accomunato allo spacciatore senza scrupoli. Non vale a tranquillizzare il progetto dell’amministrazione comunale che si propone di rendere proprio l’area delle ex Reggiane il luogo del rilancio della città, nel segno della cultura e dell’innovazione.
In questa fase di passaggio prevale la connotazione negativa. “Piazza Grande” ha affrontato l’argomento più volte e oggi lancia una proposta, in attesa che i lavori di riqualificazione restituiscano dignità urbanistica a quest’area. In questa primavera che sta per iniziare e nella prossima estate gli spazi delle ex Reggiane in questo momento più degradati, potrebbero essere ripuliti e, in accordo con la proprietà, potrebbero ospitare iniziative ricreative e culturali. Piazza Grande vorrebbe essere capofila di un impegno che faccia riemergere questo pezzo di città anche prima dell’arrivo delle ruspe e delle gru”.
Questo marzo, in occasione del terzo anniversario della morte di Lucio Dalla, Piazza Grande esce con un numero molto denso, che interseca il tema della povertà e della lotta alla miseria con quello della legalità.
In copertina il volto è quello di Don Luigi Ciotti, ispiratore e fondatore del Gruppo Abele e poi di Libera, associazione che quest’anno celebrerà proprio a Bologna il 21 marzo la XX Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Per l’occasione, in piazza XX Settembre verranno organizzate diverse iniziative all’interno del cartellone “Cento passi verso il 21 marzo”: a collaborare ci sarà anche Piazza Grande, che nei giorni 17, 18 e 19 marzo offrirà il pranzo a persone bisognose.
Nel 2014 Libera ha lanciato la campagna Miseria Ladra, contro la povertà. “La strada ci chiede sempre la stessa cosa – racconta Don Ciotti, intervistato da Piazza Grande –: come fare affinché tutte le persone siano accolte, abbiano una casa, un lavoro, una dignità, siano chiamate per nome, non siano un numero, una cosa, una merce? Questa è la domanda della strada. La strada mi è stata maestra di vita, mi ha tenuto coi piedi per terra, protetto dal pericolo di sentirmi ‘arrivato’. Mi ha insegnato l’umiltà, il non dare nulla per scontato e il non giudicare mai”.
L’inchiesta approfondisce il tema del reddito minimo, con un’intervista a Marco Revelli, professore di Scienze politiche all’Università del Piemonte ed ex presidente della Commissione di indagine sull’Esclusione sociale. “È scandaloso che l’Italia non si sia ancora dotata di una normativa a riguardo – afferma Revelli –. Il reddito minimo è necessario ma non sufficiente per contrastare i livelli di povertà presenti nel nostro Paese, perché il fenomeno della povertà è molto articolato e non omogeneo”.
In questo numero si entra anche nel dibattito sull’eliminazione delle gare d’appalto al massimo ribasso, su cui sta lavorando molto l’assessore al Welfare del Comune di Bologna, Amelia Frascaroli: “Il sistema dei bandi al ribasso è superato, non paga in termini di qualità e non risolve i problemi. Per questo il Comune vuole passare alla ‘coprogettazione’, ossia l’assegnazione diretta a un gruppo di cooperative, che lavorano e progettano in modo condiviso e decidono insieme i parametri di qualità”.
Il modello è quello del Comune di Brescia, che per primo in Italia ha deciso di dire basta ai bandi al ribasso. “Bisogna partire dal presupposto che non è l’amministrazione a erogare i servizi per i cittadini, bensì è la città tutta che li produce – spiega Felice Scalvini, assessore ai Servizi sociali e alle Politiche per la famiglia di Brescia –. Il Comune deve quindi essere un attivatore, un promotore di risposte, facendo anche da garanzia all’universalismo e all’equità dei servizi: nessuno deve rimanere escluso e ognuno deve essere soddisfatto secondo i propri bisogni”.