È online il bando “I quartieri ripartono”, promosso dal Comune di Reggio Emilia per l’elaborazione di progetti di innovazione sociale e prossimità per la cura delle persone e la conciliazione di tempi e orari, a fronte delle fragilità e delle sfide emerse a seguito dell’emergenza Coronavirus.
L’avviso pubblico – che si colloca tra le azioni previste dal piano “Reggio Emilia Riparte” – si rivolge agli enti del Terzo settore e alle associazioni di volontariato e di promozione sociale.
Il bando prevede risorse per un totale di 170mila euro – di cui 150mila per l’anno 2020 e 20mila per l’anno 2021 – su progetti da realizzare a partire dal primo di ottobre 2020 per concludersi entro il 31 luglio 2021. L’ammontare del finanziamento concesso per ciascun singolo progetto potrà coprire al massimo l’80% del costo complessivo e non potrà superare la soglia massima di 24mila euro.
L’obiettivo è quello di mettere in campo una rete diffusa di attività che, basandosi su socialità e relazioni, fornisca strumenti innovativi per interpretare i bisogni del presente e costruire risposte in grado di rimodulare le strategie del futuro negli ambiti della coesione sociale e della partecipazione, del welfare di comunità e dell’educazione.
Il bando nasce infatti dalla collaborazione di più servizi (Partecipazione, Welfare e Politiche sociali, Officina educativa, Giovani e Sport) che si sono trovati a condividere l’esigenza di leggere i bisogni dei contesti territoriali dando risposte unitarie e il più possibile integrate, anche nella direzione di sperimentare soluzioni innovative per potenziali di innovazione nei diversi ambiti di politica pubblica.
Il bando è disponibile all’indirizzo www.comune.re.it/cittacollaborativa
Le domande per partecipare possono essere presentate dal 27 luglio fino al 21 settembre, termine entro cui inviare i progetti, completi di tutta la documentazione tecnico-amministrativa.
Nei prossimi giorni sarà presentato un analogo bando rivolto ad associazioni della città che operano nell’ambito culturale.
IL CONTESTO
L’emergenza sanitaria ha fatto emergere problematiche e vulnerabilità che si sono acutizzate nel periodo di limitazione forzata della vita pubblica nel suo complesso: lavoro precario o senza tutela, solitudine e debolezza dei legami sociali, deficit di dotazioni e difficoltà di accesso ai servizi, carichi familiari e sociali, difficoltà nel conciliare lavoro professionale e lavoro di cura, marginalità, scarsa integrazione sociale e culturale.
In questo contesto, la dimensione di prossimità è diventata per molti lo spazio di scambio e incontro, la base di partenza su cui sviluppare – tramite co-progettazione e co-realizzazione – azioni di ascolto e confronto, sperimentazione e collaborazione progettuale per il benessere e la coesione delle comunità.
L’analisi dei dati emersi dal questionario “Reggio Emilia, come va?” – promosso dall’Amministrazione comunale allo scopo di raccogliere informazioni sugli impatti della pandemia sulla vita dei cittadini e delle famiglie e per trarne indicazioni utili per meglio indirizzare la risposta a fragilità vecchie e nuove – ha evidenziato alcune risultanze in ragione dell’esperienza vissuta dai cittadini:
- il tempo e gli spazi verdi come fattori di qualità della vita
- la necessità di conciliare virtuosamente lavoro di cura e lavoro professionale
- le nuove tecnologie (e le nuove modalità di lavoro, fruizione di servizi, godimento di tempo libero e opportunità) come fattori di abilitazione di una cittadinanza a pieno titolo,
- le relazioni e il mutuo aiuto come valori di comunità,
- la prossimità come possibile unità di misura nella riprogettazione della città e dei suoi servizi.
In riferimento alle sfide evidenziate dalla crisi pandemica ed agli ambiti ritenuti cruciali per il futuro, gli orientamenti emersi dal questionario, restituiscono un grado di esigenze significativo in riferimento ai temi della scuola, e dell’educazione e formazione (scuola e recupero attività scolastiche, attivazione doposcuola, attivazione di spazi digitali, protagonismo giovanile, attivazione di servizi di formazione per il reinserimento al lavoro e le competenze digitali… ) ed il potenziamento dei servizi alla persona, di cura della comunità e per il benessere psico-fisico (ad esempio: cura di anziani, disabili, bambini e adolescenti, orientamento alla salute e allo sport… ) emergono come una preoccupazione condivisa da una larga parte della cittadinanza.
I risultati quantitativi emersi del questionario sono poi stati integrati con i dati in possesso dei diversi servizi del Comune, in particolare quelli dei Servizi sociali e di Welfare e dei Servizi scuola e educazione giovani e creatività, circa contesti di marginalità sociale e persone con fragilità, ma anche rispetto alle criticità emerse con la didattica a distanza e le conflittualità intra-familiari.
L’emergenza sanitaria ha evidenziato in modo chiaro la sofferenza delle famiglie più vulnerabili, ancor più quelle monogenitoriali, le famiglie giovani, con figli, probabilmente senza reti familiari, che si sono trovate da un momento all’altro in grande difficoltà. Con la mancata riapertura dei servizi per la primissima infanzia, molte donne, soprattutto quelle con retribuzioni più basse e impiegate in settori dove è necessaria la presenza fisica, hanno dovuto decidere se rientrare o meno al lavoro, aggravando l’economia della propria famiglia e aumentando la probabilità di far ricorso a servizi sociali e assistenziali.
AMBITI DI INTERVENTO
Partecipazione, innovazione sociale e collaborazione progettuale: l’obiettivo dell’avviso pubblico è quello di mettere in atto progetti di interventi integrati imperniati nella dimensione di prossimità, che si configurino non come una risposta emergenziale ma puntino invece a generare un cambiamento nelle relazioni sociali, favorendo logiche di reciprocità e circolarità.
Sulla base delle esigenze e delle problematiche emerse dall’analisi del contesto, sono tre gli ambiti prioritari individuati per la sperimentazione delle diverse azioni:
- bambini, ragazzi (6-14 anni) e giovani (14-29), con azioni specifiche mirate al supporto della vita quotidiana in orario extra scolastico, progetti di supporto al lavoro e all’occupabilità e interventi per favorire il protagonismo giovanile;
- anziani, disabili e persone fragili, con azioni in grado di favorire il contrasto alla marginalità e all’esclusione sociale, con particolare riferimento alle persone senza fissa dimora, a quelle in condizioni di povertà assoluta o relativa, ma anche alle sempre più diffuse fragilità economiche;
- cittadini e comunità di quartiere, per sviluppare, consolidare e accompagnare legami di prossimità nei quartieri, favorendo la nascita di un rinnovato senso di appartenenza ad una comunità più ampia e inclusiva.
La base di partenza è la capitalizzazione dell’esperienza del lockdown, attraverso l’utilizzo di linguaggi quali la cultura (teatro, musica, arti figurative, etc) e la promozione di strumenti digitali volti a favorire processi di alfabetizzazione nelle fasce intercettate dai progetti, nell’ottica di sviluppare non solo competenza ma anche consapevolezza per una fruizione positiva, aperta e partecipata dei progetti di vita delle persone e anche delle comunità di cui fanno parte.
I diversi progetti dovranno prevedere, tra le altre cose, un’analisi del contesto territoriale dell’intervento, e una valutazione quanti-qualitativa dei bisogni espressi dalle comunità beneficiarie, nonché un approccio ed attività integrate fra loro e volte a soddisfare i diversi bisogni individuati delle comunità di riferimento. Nell’ottica di favorire la partecipazione, utilizzando un approccio sperimentale ed innovativo in direzione del cosiddetto ‘welfare di comunità’, ciascuna azione dovrà prevedere il coinvolgimento della/e comunità/persone target nel processo di co-costruzione e co-gestione dei servizi/opportunità, valorizzando le risorse in termini di capacità, tempo, competenze. Sempre in questa direzione va la possibilità di coinvolgimento nelle attività progettuali di soggetti e comunità esterne al progetto, generando contaminazione reciproca e scambi di risorse, approcci ed esperienze.
TERMINI E MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DEI PROGETTI
I soggetti partecipanti dovranno compilare tutta la documentazione presente sul sito del Comune di Reggio Emilia (www.comune.re.it/cittacollaborativa), seguendo le istruzioni in esso inserite. L’utilizzo di qualunque altra modulistica non sarà ritenuta valida e costituirà motivo di esclusione. Omissioni e/o errori sostanziali nella sua compilazione rappresentano tassativamente motivo di esclusione.
La documentazione cartacea dovrà essere presentata presso l’Archivio generale del Comune di Reggio Emilia, in via Mazzacurati, dalle ore 10 del giorno 27 luglio 2020, ed entro e non oltre il termine perentorio alle ore 12 del giorno 4 settembre 2020.
Farà fede data e ora del protocollo apposto dall’Archivio Comunale.
I soggetti che saranno collocati in graduatoria in posizione utile per beneficiare del contributo nella misura stabilita dalla Commissione in sede di valutazione riceveranno via e-mail, all’indirizzo comunicato attraverso la procedura di presentazione del bando, la modulistica necessaria per completare la procedura e le istruzioni per compilarla.
In particolare, dovrà essere compilato e spedito entro dieci giorni dalla data di invio della comunicazione e-mail da parte deI Servizi comunali competenti il modulo di accettazione del contributo.
INFORMAZIONI
Per informazioni sul bando e per supporto nella compilazione della procedura di presentazione del bando è possibile contattare: URP Comune Informa di Via Farini 2/1 – telefono ; e-mail e .