Sabato 8 giugno la storica Sala del Tricolore, ove nel lontano 1797 nacque la bandiera nazionale, si è riempita di donne migranti e dei loro bambini, per la prima parte della festa di chiusura dei corsi di lingua italiana e di altre attività culturali del progetto “Mamme a scuola”. La festa si è poi conclusa, con uno spettacolo e un buffet, nel chiostro dell’Ostello della Gioventù, in via Guasco.
I corsi di “Mamme a scuola” sono organizzati e gestiti dai volontari di Filef Reggio Emilia, in collaborazione con il Comune e con altre associazioni. Filef è l’acronimo della Federazione italiana lavoratori emigrati e famiglie, fondata cinquanta e più anni fa per assistere I lavoratori italiani emigrati all’estero nella difesa e nella promozione dei loro diritti.
Tra i fondatori ci fu il reggiano Dante Bigliardi, che ne rimase appassionato attivista e dirigente fino alla sua morte, di cui proprio quest’anno (precisamente il 29 dicembre prossimo) ricorre il decennale. Bigliardi ebbe la lungimirante intuizione di mettere a disposizione l’esperienza maturata nel sostegno agli emigrati italiani all’estero per affrontare i problemi della nuova fase storica che si andava profilando, caratterizzata dai flussi migratori in senso inverso, cioè da vari Paesi del mondo verso l’Italia.
“Ancora adesso, dieci anni dopo la scomparsa del suo fondatore, Filef Reggio Emilia è in prima linea su questo fronte, grazie all’impegno di decine di volontari. Da qui sono nate tante iniziative rivolte alla accoglienza, alla solidarietà, alla promozione dei diritti e dei doveri dei nuovi cittadini italiani provenienti da storie, culture, religioni diverse. Il progetto “Mamme a scuola”, che coinvolge centinaia di donne, è uno dei più importanti e apprezzati. Giusto e assai significativo che la festa di “Mamme a scuola” sia iniziata nella Sala del Tricolore, che per la sua storia può essere considerata culla della bandiera che rappresenta e simboleggia l’Italia”, raccontano le volontarie.
E sottolineano: “Perché sì, c’è anche l’Italia dell’articolo 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Prima “questa” Italia. Grazie”.