Parte come una favola la storia della creazione della prima oasi felina di Reggio Emilia, il tutto grazie ai volontari Caterina Di Dio e Mario Cattabiani.
Era il 1986, sotto casa di Caterina la gatta Mao si presentava sempre allo stesso orario per chiedere da mangiare. Un giorno Caterina decide di seguirla e fa la scoperta di una casa colonica abbandonata in via Stradivari, dove quindici gatti affamati condividevano una vita di randagismo incontrollata.
“In quegli anni era normale – spiega Caterina – non esistevano leggi per la tutela dei gatti e quindi l’unica possibilità che avevano di sopravvivere se selvatici era sulle forze o sul buon cuore delle persone che incontravano”.
“Dopo mesi dove curavano e sfamavamo i gatti a mie spese scoprii che il casolare sarebbe stato abbattuto lasciando i quindici gatti allo sbando totale. Presi la situazione in mano e andai in Comune supportata dall’Enpa, dopo interinabili riunioni con i responsabili di turno non si è cavato un ragno dal buco, la politica disse che i gatti erano miei e non della collettività.”
“Non mi fermai, il giorno previsto dell’abbattimento del casolare mi chiusi dentro e fermai il cantiere con le ruspe in azione! Avevo 35 anni, un grande amore per i gatti e non mi resi conto del pericolo a cui andavo incontro.”
“Dopo questo episodio, tramite l’attivista per i diritti degli animali Stella Borghi, ho saputo che il Comune intendeva acquisire un casolare con un’aerea vasta intorno in Via Felesino a Reggio Emilia. Portai qui i primi coloni, 50 gatti che presi da Via Stradivari per salvarli dalla ruspe della demolizione dell’altra casolare”.
“Dopo varie traversie e scampate denunce da parte del proprietario dell’area di Via Felesino, il Comune finalmente acquistò l’area, ci ha permise l’uso del casolare e dato un piccolo contributo per creare la recinzione”.
Mario Cattabiani supportato da altri volontari, tra cui la zia Vandina Cattabiani di anni 93, costruì tutta la prima struttura della futura oasi felina mentre i veterinari Gianfranco Rossi e Beatrice Giovanni iniziarono a occuparsi delle cure mediche. Era il 1990 si andava a creare una delle prime area organizzate per la cura dei gatti d’Italia, seguita poi dalla costruzione della più ampia oasi felina del 1992 che all’epoca ospitava oltre 100 gatti. Rai e Mediaset all’epoca vennero a Reggio Emilia a parlare dell’oasi come servizio innovativo e di buona gestione dei gatti randagi.“
Parlando dell’oggi Caterina ringrazia l’attività dei 30 volontari che ogni giorno si impegnano per il benessere degli oltre 400 gatti presenti nella struttura.
“Abbiamo inoltre 393 colonie solo nella città con oltre 2000 gatti che ogni giorno accudiamo grazie alle gattare reggiane. Per chi volesse impegnarsi facendo volontario o portare una donazione in cibo o denaro all’Oasi Felina di Enpa – è possibile fare un’offerta al Gattile anche tramite bonifico all’Enpa all’ IBAN IT37A32 – può venire tutte le mattine, eccetto la domenica, dalle 10.00 alle 13.00 a trovarci.”
Per rispetto delle norme anti covid Enpa chiede di chiamare o mandare un messaggio prima per fissare l’appuntamento per venire in Gattile scrivendo direttamente a Caterina al .