Nel pomeriggio dell’8 aprile le 55 sedi italiane dell’Associazione Avvocato di strada sono state inviate via posta certificata delle lettere indirizzate a Ministero Interno, Prefetti, Presidenti di Regione e Sindaci per chiedere di non multare le persone senza dimora, di dare un tetto a queste persone e di assicurare loro il diritto alla salute.
“Si dice che di fronte all’emergenza sanitaria del Covid19 siamo tutti uguali – sottolinea Antonio Mumolo, presidente dell’associazione Avvocato di strada Onlus – ma purtroppo non è così. C’è chi ha la possibilità di curarsi, di mangiare con regolarità e di riposarsi e chi no. C’è, più semplicemente, chi può restare a casa per proteggersi dal contagio e chi una casa non ce l’ha. Dallo scorso 15 marzo abbiamo iniziato una campagna per attirare l’attenzione di istituzioni e cittadini sulla situazione delle persone senza dimora. Tante città ci hanno ascoltato e sono molte le soluzioni d’emergenza che sono state pensate per aiutarle ma non basta”.
“Stiamo raccogliendo tantissimi casi di denunce e sanzioni comminate a chi non può restare a casa perché una casa non ce l’ha, e i dati diffusi dalla Fio.PSD (Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora) e dalle associazioni ci dicono che tante persone che vivono in strada si stanno ammalando, non possono curarsi e possono essere loro stessi veicolo di contagio. Con le lettere inviate oggi, firmate da centinaia di avvocati volontari, praticanti e studenti di giurisprudenza di tutta Italia – abbiamo inviato nuovamente la nostra richiesta. Speriamo di essere ascoltati – conclude Mumolo – e che nell’emergenza gli ultimi non vengano dimenticati”.
La lettera inviata dai volontari bolognesi e replicata in tutte le 55 sedi italiane di Avvocato di strada nei rispettivi territori
Al Prefetto Patrizia Impresa di Bologna Al Sindaco Virginio Merola della Città di Bologna
Al Presidente Stefano Bonaccini della Regione Emilia Romagna
E per conoscenza, sempre a mezzo PEC Al Ministro degli Interni Luciana Lamorgese
Oggetto: Richiesta di interventi urgenti e indifferibili a protezione della salute della cittadinanza, nello specifico delle persone senza dimora e gli operatori sociali che li assistono.
Noi volontari dello sportello di Bologna dell’associazione nazionale denominata “Avvocato di strada Onlus”, con la presente, intendiamo sottoporre alla Vostra attenzione la grave situazione in cui versano le strutture di bassa soglia (dormitori): una vera e propria “emergenza nell’emergenza”. Per questo chiediamo dei provvedimenti urgenti e indifferibili (oltre che sistematici) poiché, fino ad oggi, non è stata prestata adeguata e tempestiva attenzione ai dormitori e, di conseguenza, ai cittadini che ne fruiscono (i senza fissa dimora), oltre a coloro che, con grande senso di responsabilità nonostante l’oggettivo pericolo, ogni giorno lavorano all’interno e ne permettono il funzionamento (gli operatori del pubblico e privato sociale).
Infatti, ad oggi, molte organizzazioni di terzo settore e i loro operatori, pur avendo adottato misure straordinarie per affrontare questa emergenza sanitaria da Covid-19, non hanno comunque la possibilità, se lasciate sole, di superare la crisi. L’eccezionalità della situazione impone l’adozione di misure, atti e comportamenti ulteriori; come anche è stato ben ricordato dal Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, dunque, occorre immediatamente rafforzare le misure di tutela sanitaria a favore delle persone senza dimora e garantire adeguati sistemi di sorveglianza sanitaria per gli operatori sociali coinvolti nell’erogazione di servizi ricordando come questo è peraltro già stato previsto dalla Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 28 marzo 2020 relativa alla gestione del “Sistema dei Servizi Sociali – Emergenza Coronavirus” che chiarisce, agli enti locali ed alle Regioni, la responsabilità di garantire la tutela dei diritti fondamentali di tutti, anche e soprattutto assicurando e garantendo i servizi per le persone più vulnerabili.
Ad oggi, la situazione all’interno dei servizi rivolti alle persone senza dimora si presenta problematica e densa di difficoltà: mancano indicazioni omogenee rispetto alla gestione del rischio contagio o, peggio ancora, a fronte della positività accertata al virus Covid-19 tra la popolazione senza dimora, con il risultato che la salute di quest’ultimi e degli operatori è compromessa. Di conseguenza, anche l’attività delle strutture, potrebbe collassare: preoccupante risulta parimenti la quantità di nuovi contagi multipli che si stanno registrano nei servizi rivolti alla grave marginalità sia a livello nazionale che locale. A fronte della sopracitata situazione, la nostra richiesta è semplice quanto necessaria: chiediamo la predisposizione di procedure d’intervento in carico alle autorità sanitarie, di concerto con le protezioni civili, gli enti locali e gli enti gestori dei servizi, al fine di affrontare prontamente la diffusione del virus Covid-19 sia all’interno delle strutture di accoglienza sia in strada.
Consapevoli che tutelare il diritto della salute individuale dei senza fissa dimora è tutelare quello pubblico della comunità, si ricorda che ciò permetterebbe di poter concretizzare gli ulteriori e altri sforzi che il Paese, tutto, sta portando avanti in questi giorni difficili.
In conclusione auspichiamo che siano dunque incentivate le soluzioni alloggiative emergenziali, facendo ricorso ad alberghi o altre strutture predisposte ad hoc su disposizione di Sindaci e Prefetti, permettendo quindi di accogliere le persone senza dimora che devono rimanere in quarantena, oppure le persone positive non sintomatiche o in via di negativizzazione; inoltre, si chiede di tracciare ed intervenire tempestivamente con azioni di screening e somministrazione di tamponi per confermare la presenza della malattia alle persone ed ai contatti prossimi, compresi gli operatori delle strutture adottando, in caso di positività, le necessarie misure di isolamento e cura; infine si chiede, a fronte di tutto quanto sopra riportato e argomentato, di avere particolare cautela ed attenzione nel dare indicazione ai preposti organi di accertamento di non sanzionare le persone senza dimora per il solo fatto che sono in strada e non a casa, poiché pare chiaro che esse non siano messe nelle condizioni di obbedire all’ordine legislativo, e ciò anche a causa di da chi ha la responsabilità di creare le opportune e adeguate condizioni.
In fiduciosa attesa di Vostri provvedimenti in merito, Vi porgiamo i nostri migliori saluti.